RESILIENZA e MOTIVAZIONE_Part 2

RESISTENZA AL DISAGIO

La capacità di resistere al disagio, che si tratti di frustrazioni psicologiche o sofferenza fisica, ha una radice comune: è di tipo COGNITIVO e origina nel sistema di aspettative di ognuno di noi.

 

Un sistema fatto di attese eccessivamente elevate rende molto più vulnerabili alla frustrazione.

 

Il sistema di attese di ognuno di noi è influenzato fortemente dall’ambiente sociale e dalla cultura ricevuta. La società attuale alimenta miti di sistemi di aspettative irrealistici, perché troppo elevate.

 

È possibile intervenire sulla propria capacità di gestire la frustrazione verificando e modificando il proprio sistema di aspettative a priori à educando il proprio sistema di attese a indirizzarsi in modo più realistico.

 

RISTRUTTURARE COGNITIVAMENTE

Ristrutturare cognitivamente qualcosa significa trovare degli elementi positivi in un evento, modificando il nostro modo di guardarlo à RIUSCIRE A RICAVARE UN INSEGNAMENTO DA UN ERRORE.

 

VEDERE UNA CRISI COME UNA OPPORTUNITÀ DI SCEGLIERE à DIFFERENTE VALUTAZIONE DELL’INSUCCESSO

 

Percepire un evento stressante come controllabile diminuisce gli effetti negativi a livello fisico dello stesso. Scegliere autonomamente come vedere l’evento negativo e come affrontarlo fa diminuire la risposta fisiologica all’ansia ed alla depressione, che abbassa le difese immunitarie dell’organismo.

 

IMPARARE A SPERARE

Quando la percezione del negativo si accompagna alla certezza che prima o poi esso avrà fine, chiamiamo questa sensazione speranza.

 

LA SPERANZA È LA FIDUCIA NELL’IMPERMANENZA E NELLA NON UNIVERSALITÀ DEL NEGATIVO

 

I pessimisti e gli ottimisti sono caratterizzati da due stili cognitivi di riferimento differenti, appresi dalle figure di riferimento, su cui si fonda la capacità di speranza individuale:

-PERMANENZA: i pessimisti tendono a concepire le avversità come stabili, durature e costanti à le persone si arrendono facilmente à IMPOTENZA e DISPERAZIONE.

-PERVASIVITÀ: le persone ottimiste hanno imparato a vedere gli eventi negativi come temporanei e limitati: l’ottimista NON GENERALIZZA un insuccesso ad altri ambiti della vita.

 

C’è un forte legame tra speranza e salute fisica (effetto placebo): le nostre credenze orientano la risposta dell’organismo (connessioni tra sistema nervoso ed immunitario)

 

 

COME AUMENTARE LA PROPRIA RESILIENZA

La nostra struttura cognitiva determina in gran parte:

-La nostra resilienza e la nostra capacità di gestire lo stress

-L’efficacia o inefficacia nel raggiungere gli obiettivi

-L’adeguatezza o inadeguatezza delle nostre risposte emozionali agli stressor.

 

In base a ciò, il programma di miglioramento della resilienza individuale deve perseguire tre obiettivi:

-Identificare e modificare le modalità distorte o disfunzionali di valutazione cognitiva

-Aumentare il senso di controllo e di autoefficacia personale

-Migliorare la regolazione del rapporto fra il piano cognitivo (i nostri pensieri) e quello fisiologico.

 

Se ci sforziamo di cambiare la nostra valutazione cognitiva del mondo per adottarne una più funzionale e meno distorta, anche il nostro cervello dopo un po’ di tempo si modificherà in modo tale da rendere permanenti i cambiamenti (neuroplasticità)

 

1.CAMBIARE LA VALUTAZIONE COGNITIVA

È importante diventare consapevoli di come sia fatto il nostro sistema di convinzioni. Mi devo chiedere:

-Di fronte ad un problema come reagisco? (mi concentro sulle soluzioni / mi occupo solo della manutenzione del disagio)

-Leggo il raggiungimento di un obiettivo come frutto dell’impegno o della fortuna?

-In caso di insuccesso che lettura effettuo delle cause?

-Intraprendendo una attività, la mia attenzione si focalizza sulla realizzazione del compito o sugli aspetti negativi dell’esperienza?

-Tendo a sviluppare aspettative adeguate alla realtà o irrealistiche?

-Di fronte ad una difficoltà tendo ad affrontarla o ad evitarla?

-Le emozioni negative, i sintomi fisici attirano in modo massimale la mia attenzione o riesco a concentrarmi sul compito?

-Di solito tendo a vedere gli eventi negativi come temporanei o permanenti?

 

Una tecnica per analizzare il nostro stile di risposta agli eventi negativi è la tecnica ABCDE:

-A--> ADVERSITY (difficoltà, evento negativo)

-B -->BELIEFS (credenze, la nostra valutazione cognitiva)

-C --> CONSEQUENCES (Conseguenze in termini di comportamento, risposta emozionale e fisiologica)

Quindi: i nostri comportamenti e le nostre emozioni sono il risultato di un evento sommato ad una interpretazione; Si reagisce all’interpretazione dell’evento attraverso comportamento, emozione ed una serie di risposte fisiche.

-D --> DISCUSSION (messa in discussione delle convinzioni irrazionali)

-E --> EFFECTS (effetti della messa in discussione delle credenze errate)

 

2.MEDITAZIONE COME PONTE TRA COGNITIVO E FISIOLOGICO

La pratica meditativa aiuta a depurare la valutazione cognitiva da errori e facilita la gestione delle reazioni fisiche allo stress.

 

MEDITAZIONE COME MODALITÀ DI FUNZIONAMENTO MENTALE BASATA SUL CONTROLLO DELL’ATTENZIONE:

 

La meditazione è la pratica di mantenere desta l’attenzione momento per momento e consente di riuscire a non reagire ai contenuti della mente come fossero realtà.

I pensieri sono solo pensieri, mentre la nostra reazione si basa invece sul convincimento che essi siano la realtà à reagiamo ad essi emotivamente attuando comportamenti ed azioni.

 

3.AUMENTARE IL SENSO DI CONTROLLO PERSONALE: TECNICA DEGLI OBIETTIVI PRESTAZIONALI

Esperienze di successo elevano il nostro senso di controllo à fiducia ed autoefficacia.

L’aumento del senso di controllo porta con sé un cambiamento di valutazione cognitiva generale ed un miglioramento della risposta emozionale, fisica e comportamentale alle situazioni di difficoltà.

 

Identificazione di un obiettivo reale, che deve essere:

-Specifico per quella persona

-Definito, misurabile e valutabile

-Descritto come basato su capacità che possono essere apprese (non su abilità innate) frutto dell’impegno

-Sfidante, per generare coinvolgimento emotivo

-Sfidante, ma non eccessivamente (deve essere in grado di raggiungerlo)

-Strutturato in modo graduale (suddividere un obiettivo in piccoli passi graduali, framing, è un requisito per stimolare la plasticità neuronale).

-Tale per cui l’insuccesso possa essere ristrutturato

 

Gli accorgimenti comunicativi e relazionali da parte del coach dovranno essere i seguenti:

-Fornire molti feedback (positivi e correttivi sul come migliorare, non sulla persona), per aumentare il senso di controllo

-Generare coinvolgimento emotivo: interesse verso l’obiettivo

-Lasciare la possibilità di sbagliare, e sul feedback correttivo costruire l’apprendimento

-Non svalutare: lodi eccessive o trattamenti neutri di fronte a prestazioni inadeguate vanno evitati, producono effetto paradossale (abbassano il senso di controllo dell’atleta).

 

 

USO DELLO SPORT PER COSTRUIRE LA RESILIENZA NEI GIOVANI

Le ricerche scientifiche sottolineano un abuso dei media elettronici da parte dei giovani. Ciò causa:

-Effetti sul cervello e sui comportamenti: diminuzione della capacità attentiva per il mondo esterno (differenti velocità del mondo virtuale e del mondo reale)

-Incapacità di rapportarsi con gli altri e con la realtà

-Incapacità di relazionarsi con il mondo reale e le sue difficoltà (colpa dei genitori, del loro disinteresse e delle loro paure)

Lo sport giovanile è uno strumento per reagire a questa deriva:

-Si oppone alla sedentarietà

-Soddisfa il bisogno di socialità ed affiliazione

-Aiuta i ragazzi a diventare maggiormente resilienti, a gestire insuccessi e frustrazioni

 

I principi per generare resilienza nei giovani attraverso lo sport sono riassunti di seguito:

1.Non derubare la motivazione dei giovani: si deve sviluppare l’interesse per lo sport, ma non spingere

2.Spronare il ragazzo a mettere il massimo impegno, NON A VINCERE: lo scopo deve rimanere il gioco. Se si deve vincere per forza si rischia di arrivare ad avere paura di perdere (si giocherà inibiti dall’ansia, si impoverisce il bagaglio motorio del ragazzo, in quanto utilizzerà sempre e solo la gestualità stabile e utile)

3.Medaglie di ghiaccio: tenere lontani tra loro AUTOSTIMA e RISULTATO: si rischia di cercare di vincere con qualsiasi mezzo lecito o illecito (es. doping).
Non si deve misurare il proprio valore in rapporto alle prestazioni degli altri; invece va trasmesso il piacere del confronto e della competizione, mantenendone separati gli esiti dalla stima in sé.

4.Consentite di perdere, di sbagliare, di provare un po’ di frustrazione: lo sport favorisce la trasformazione della disciplina in autodisciplina.

5.Rispettare i ruoli: genitori e tecnici svolgono due funzioni ben diverse; la funzione cardine del genitore è quella di mettere le basi per la crescita di atteggiamenti sani ed adeguati che più avanti agevoleranno il lavoro del tecnico.

6.Utilizzare allenamento ed obiettivi prestazionali per far crescere il senso di controllo: il processo di allenamento va strutturato sotto forma di obiettivi prestazionali; attraverso il raggiungimento di tali obiettivi, il ragazzo espande il proprio senso di autoefficacia, le capacità di confrontarsi con le difficoltà e ad affrontare frustrazioni e fallimenti.

 

 

ESERCIZIO_2:

  1. Penso ad un obiettivo che mi sta veramente a cuore

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  1. Prendo L’esercizio “La Mia Orchestra” E Sottolineo L’aspetto di me che può aiutarmi di più come risorsa per arrivare più consapevolmente all’obiettivo à PRENDO CONSAPEVOLEZZA DELLE MIE RISORSE

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  1. ADESSO, siccome ho un OBIETTIVO ed una RISORSA a disposizione, scrivo un’Azione, rivolta all’Obiettivo, che utilizzerà la mia Risorsa che ho a disposizione

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Resilienza_2